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“E poi, la vita chi te la salva?”: terzo spot della Fnomceo contro le violenze subite dai medici

La sanità ha i suoi problemi, inutile nascondere la testa sotto la sabbia.

Ma è altrettanto vero che i medici fanno tanto – spesso anche con mezzi carenti - per dare risposte concrete alla gente.

L’emergenza coronavirus non fa altro che confermarlo: decine di colleghi hanno perso la vita.

Hanno dato tutto per salvare vite umane, sacrificando la propria. Altri continuano a lavorare, consci del pericolo che corrono.

Oggi tutti li definiscono eroi. Eppure sono gli stessi eroi silenziosi che finora hanno subito violenze e aggressioni di ogni genere.

Negli ospedali, negli ambulatori, al pronto soccorso, durante i turni di guardia medica.

Anche in questo caso il bilancio è pesante: i medici feriti ormai non si contano più. E ogni tanto – purtroppo - ci scappa il morto.

Non a caso il Parlamento è sceso in campo per porre un argine.

Anche il terzo e ultimo spot della campagna social della Fnomceo sottolinea questi aspetti.

L’ha promosso per sensibilizzare l’opinione pubblica, per ricordare l’impegno sul campo dei medici.

Un loro intervento spesso è decisivo. Prendersela con i medici è un errore che potrebbe rivelarsi fatale.

Perché se non ci fossero più camici bianchi “poi, la vita chi te la salva?”.

Cliccando sul link puoi vedere il primo spot della campagna Fnomceo.

Qui, invece, trovi il secondo spot della campagna Fnomeco.