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Omceo Isernia, le ragioni del voto contrario al bilancio consuntivo Enpam

Assemblea ENPAM: passano a maggioranza il bilancio consuntivo 2022 e l’aumento della Quota A. Tra i voti contrari si registra quello dell’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Isernia.

Per quanto riguarda il via libera al bilancio le perplessità espresse riguardano in primis la questione legata alla cosiddetta “gobba previdenziale”.

Secondo alcuni esperti, infatti, senza determinate deroghe di legge si sarebbe corso il rischio di chiudere il bilancio in perdita.

Il consuntivo 2022 è stato chiuso con un utile di poco inferiore ai 180 milioni, è vero. Ma ciò lo si deve esclusivamente alla scelta del consiglio d’amministrazione di far ricorso alla deroga concessa dalla Legge 4 agosto 2022. Ciò ha permesso di non iscrivere a bilancio le minusvalenze, considerate non durevoli, accantonando un fondo di riserva indisponibile per altri scopi a copertura di eventuali perdite patrimoniali.

“Proprio su queste scelte – afferma il presidente dell’Omceo Isernia, Fernando Crudele – vorremmo maggiore trasparenza e chiarezza, a maggior ragione perché gli scenari futuri non sono confortanti. Un dato in particolare ci fa riflettere ed è quello relativo al differenziale fra entrate e uscite previdenziali. Lo scorso anno hanno chiesto di andare in pensione circa 27mila colleghi, a fronte di soli 8mila iscritti registrati nel 2022.

Questo non è un dato casuale, ma un trend che si consolida di anno in anno. La forbice tra neo iscritti e pensionati si amplia sempre più ed è impensabile assistere a un’inversione di tendenza nel breve periodo. Ciò significa che le risorse nel giro di un decennio potrebbero essere erose in maniera significativa”.

L’altra questione affrontata riguarda l’aumento della quota A. In buona sostanza l’Enpam ha incassato il via libera dell’assemblea alla rivalutazione annuale della quota A.

L’aumento è del 100% dell’indice dei prezzi ISTAT, con un’ulteriore maggiorazione del 3%.

“Anche in questo caso – ha commentato Crudele – abbiamo espresso voto contrario perché in questo clima di profonda incertezza non si possono chiedere aumenti così consistenti agli iscritti. Con lo scoppio della guerra in Ucraina l’inflazione ha compiuto un preoccupante balzo in avanti. Ora è tornata sotto la doppia cifra, ma è comunque alta. Fra tasso di inflazione e 3% aggiuntivo si arriva a chiedere fino al 10% all’anno.  Ma chi ci dice che nei prossimi anni potrebbe andare meglio? E se l’inflazione tornasse a salire? Questi interrogativi bisognerebbe porseli, prima di andare a prelevare soldi a cuor leggero dalle tasche dei nostri colleghi.

A mio avviso – ha concluso Crudele – prima di procedere con gli aumenti, è necessario informare tutti gli iscritti con la massima chiarezza e trasparenza, anche e soprattutto quando si fanno scelte cruciali che riguardano il nostro futuro previdenziale”.