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Medicina, ecco perché è fondamentale adeguarsi ai cambiamenti tecnologici

Anche per i medici è arrivato il momento di adeguarsi ai tempi, di acquisire o rafforzare le competenze necessarie per trarre il massimo dei benefici dalle innovazioni e dai cambiamenti tecnologici.

Per se stessi. Ma anche e soprattutto per i pazienti.

A lanciare questo messaggio è il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti.

“C’è bisogno di medici tech” ha scritto in un editoriale pubblicato sul sito dell’ente previdenziale dei medici.

Acquisire competenze digitali – spiega – significa garantirsi opportunità professionali crescenti.

L’Italia da questo punto di vista purtroppo non aiuta. Appare in ritardo. Le infrastrutture tecnologiche non sono di certo al top.

Si prenda la banda larga (il 5G): senza una diffusione capillare sul territorio è impensabile attivare i servizi di telemedicina.

Eppure sarebbe un passo in avanti importante: permetterebbe di fare visite, referti e molto altro ancora a distanza.

Soprattutto consentirebbe agli operatori della sanità di crearsi nuove opportunità.

Permetterebbe loro di cavalcare – e non subire – i cambiamenti dettati dalle innovazioni tecnologiche.

Ma nulla è perduto. Medici e odontoiatri – esorta Oliveti -  sono “ancora in tempo per cogliere e cavalcare l’opportunità del digitale”.

Certo è che la figura del medico è destinata ad evolversi. Restare ancorata a schemi ormai obsoleti significherebbe restare tagliati fuori.

Per leggere le riflessioni del presidente Enpam Oliveti vai sul sito dell’ente previdenziale cliccando su questo link: C’è bisogno di medici tech.

Oppure leggi integralmente qui di seguito:

L’irruzione del digitale nelle nostre vite e nelle abitudini dei pazienti è avvenuta da tempo e ci ha portato a una certezza: c’è bisogno di professionisti che adattino l’’ars medica’ ai cambiamenti tecnologici e alle innovazioni.

Oggi la realtà dell’ICT, information and communication technology, genera fatturato per società che hanno spesso sede fuori dall’Italia, causando una perdita per il prodotto interno lordo del Paese e, se parliamo di prestazioni mediche, anche di flusso contributivo per l’Enpam (quindi per le pensioni degli iscritti, giacché non possono esserci buone prestazioni se non c’è buon flusso contributivo).

Recentemente ci sono state critiche importanti sul fatto che l’Italia sia in ritardo con la diffusione della banda larga e del 5G, che sono infrastrutture necessarie per un impiego reale e diffuso della telemedicina, intesa in tutte le sue applicazioni: tele-visita, tele-consulenza, tele-refertazione, tele-assistenza, tele-monitoraggio, tele-prevenzione, fino a tele-dialisi o tele-chirurgia.

Per un aspetto questo ritardo non è una cattiva notizia, perché significa che come medici e odontoiatri siamo ancora in tempo per cogliere e cavalcare l’opportunità del digitale, invece che rischiare di esserne prima o poi travolti. Innovazioni come l’intelligenza artificiale saranno un amplificatore delle capacità del medico e non una sua potenziale alternativa.

Ma dobbiamo prepararci. Il secondo evento Tech2Doc, che prende il nome dalla piattaforma d’informazione e formazione lanciata da Enpam, è servito a tracciare un identikit del medico del futuro e a tratteggiare le competenze necessarie.

Per operare nella sanità del futuro il medico deve saper essere un leader clinico e un manager della salute pubblica, pronto e preparato nel collaborare con gli altri attori dell’ecosistema; in possesso di una comprensione integrata della pratica clinica, delle tecnologie digitali e della gestione del cambiamento.

Nei processi d’innovazione e sviluppo di nuove soluzioni di salute digitale il medico deve essere adeguatamente attrezzato in termini di conoscenze, competenze e attitudini, per poter guidare i processi di innovazione, non subirli, nelle due fasi fondamentali: ideativa e applicativa.

La fase ideativa è quella dei processi di problem setting, di ricerca, studio e progettazione di nuove soluzioni di salute digitale, ove il contributo del medico è fondamentale per validare la reale esistenza di potenziali opportunità da aggredire o problematiche da risolvere.

Mentre la fase applicativa vede il medico protagonista nei processi di sperimentazione e test per validare la correttezza della soluzione ipotizzata e la sua efficacia nel mondo reale della clinica, fuori dai laboratori di ricerca e sviluppo dove le idee vengono normalmente concepite.

Nel tratteggiare, dunque, l’identikit del medico del futuro emerge un quadro nuovo, caratterizzato dall’integrazione di alcune aree di competenza determinanti: competenze pre-cliniche e cliniche, competenze tecnologiche e informatiche, competenze e attitudini relazionali ma anche competenze di sistema. Il futuro, insomma, sarà d’innovazione e ricerca.

E le realtà, sia pubbliche che private, hanno bisogno di professionisti con competenze, oltre che longitudinali classiche, anche trasversali. La piattaforma Tech2doc.it ha l’ambizione di offrire a tutti gli iscritti Enpam la possibilità di svilupparle.

Anche per garantire delle opportunità professionali crescenti in questo mondo sempre più digitalizzato.

Alberto Oliveti