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Aggredì anestesista del Veneziale, rinviato a giudizio. L’Omceo di Isernia si costituisce parte civile

È stato rinviato a giudizio l’uomo che alla fine di maggio del 2020 aggredì il dirigente medico David Di Lello. Lo ha deciso il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Isernia, Michaela Sapio.

L’imputato – si ricorderà - aggredì il medico all’ospedale Veneziale poco dopo la morte di un suo familiare.

Stando a quanto ricostruito dalla polizia di Stato, l’uomo colpì l’anestesista procurandogli alcune lesioni. Nei suoi confronti fu infatti ipotizzato il reato di lesioni aggravate, poiché commesse ai danni di un pubblico ufficiale.

Il processo prenderà il via il 15 novembre 2022 al palazzo di giustizia del capoluogo di provincia.

Il Gup ha inoltre accolto la richiesta dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Isernia di costituirsi parte civile.

È la prima volta che un Ordine dei medici si costituisce come parte offesa in Molise, schierandosi così in prima linea accanto a un suo iscritto.

L’Omceo Isernia subito dopo l’aggressione diede mandato all’avvocato Danilo Leva di avviare l’iter, presentando l’apposita istanza alla Procura della Repubblica.

Il noto legale isernino ha dunque centrato il primo obiettivo.

Ampiamente soddisfatto per le prime risposte arrivate dalle aule giudiziarie il presidente dell’Omceo di Isernia, Fernando Crudele: “Ringrazio l’avvocato Leva per l’ottimo lavoro svolto. Il risultato non era scontato. Questa infatti è la prima volta che un Ordine dei medici si costituisce parte civile nella nostra regione.

Abbiamo deciso di farlo – prosegue - per essere concretamente accanto a un nostro iscritto, schierandoci a difesa della funzione sociale della professione sanitaria. Durante la pandemia i medici sono stati definiti ‘eroi’, ma in realtà gli episodi di violenza ai danni del personale medico e paramedico sono sempre più frequenti.

Mi auguro che la nostra azione funga da deterrente. In attesa di un intervento più incisivo da parte del legislatore, lanciamo un segnale forte: i medici aggrediti non saranno lasciati mai soli. Saremo sempre in prima linea – conclude il presidente Crudele - per aiutarli e per chiedere la punizione dei responsabili di gesti di una gravità inaudita”.