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Incidente ambulanza, con i tagli alla Sanità si rischia di peggiorare le cose

Dopo i momenti di angoscia per l’equipaggio, soprattutto per Michele, il mio amico-autista, è arrivato il momento di fare alcune riflessioni.

Con la chiusura di interi reparti e servizi (oltre alla riduzione dei posti letto), sarà sempre più frequente vedere le ambulanze costrette a fare avanti e indietro tra la provincia di Isernia e Campobasso.

La stessa cosa accadrà fra Termoli e Campobasso.

Durante questi trasporti una consistente zona di territorio sarà sprovvista del Servizio 118, visto che un’ambulanza sarà impegnata altrove.

E - cosa a mio parere più grave - il paziente riceverà le cure più adeguate dopo oltre un’ora, non rispettando alcun protocollo o linea guida.

Ma soprattutto si andrà contro il buonsenso: in tal modo, infatti, si riduce la percentuale di sopravvivenza. Oppure aumentano gli esiti negativi delle malattie.

Stiamo parlando di ictus e infarti, patologie tempo-dipendenti in cui il tempo di intervento, come dice la parola stessa, è essenziale per cure adeguate ed efficienti.

Sarebbe bastato organizzare i servizi essenziali prevedendo un ambulatorio di neurologia in grado di prestare consulenza ai reparti e al Pronto soccorso.

O, ancora, visite programmate in soggetti dopo la fase acuta.

Inoltre – è opportuno ricordare – la neurologia si occupa anche di altro, come ad esempio l’epilessia.

Stesso discorso vale per l’emodinamica, essenziale per aggredire un infarto del miocardio.

Un servizio, questo, già presente all’ospedale di Isernia. Per potenziarlo sarebbe bastato assumere un solo altro medico, facendolo così funzionare 24 ore al giorno.

In definitiva, si chiude senza pensare ai veri bisogni della popolazione, sempre più anziana e dispersa su un territorio che, anche se lo amiamo, presenta difficoltà oggettive.

Molti paesi non si raggiungono facilmente, soprattutto durante la stagione invernale.

Ancor meno con i tanto sbandierati elicotteri che, tra l’altro, non stazionano in Molise ma in altre regioni.

Tanti altri reparti sono stati chiusi o lo saranno a breve.

Sentirete dunque sempre più spesso le sirene delle ambulanze che si incroceranno sulle strade molisane.

Perché non si pensa a un’ambulanza dedicata posta nei 3 ospedali molisani e pronta a partire con un equipaggio attrezzato ed efficiente come il 118?

Organizzandosi in questo modo si eviterebbe di sottrarre il servizio di emergenza ai territori.

Il problema, in questo caso, non è l’incapacità politica o il ruolo dei Commissari.

A mio avviso è il caso che la dirigenza ASReM faccia autocritica, visto che non è in grado di organizzare i servizi con le risorse disponibili.

Non assume, pur avendo avuto la deroga.

Credo che sia giunto il momento di dire chi è colpevole di questa situazione e, soprattutto, di mandare via chi non ha prodotto i risultati sperati.

Occorre dare ad altri la possibilità di porre rimedio a questa drammatica realtà in cui versa il nostro Sistema Sanitario Regionale.

Fernando Crudele (Presidente Omceo Isernia)