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Violenze sugli operatori sanitari, sul tavolo 5 bozze di legge. Fnomceo: 3 milioni per la prevenzione

Sempre più concreta la possibilità di avere in tempi ragionevoli – finalmente - una legge che dia le risposte attese ai medici vittime di aggressioni verbali e fisiche.

Nel frattempo la Fnomceo ha annunciato di mettere a disposizione tre milioni di euro per finanziare le iniziative volte ad abbattere e prevenire la violenza contro i medici.

Sono queste, in estrema sintesi, le novità più rilevanti emerse dalla “Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari”, di scena a Bari lo scorso week end.

È stata organizzata in occasione del quinto anniversario dall’uccisione della psichiatra Paola Labriola, ad opera di un suo paziente

Dati allarmanti dal sondaggio della Fnomceo

In effetti i dati di un sondaggio promosso a fine luglio dalla Fnomceo hanno fatto emergere una realtà sommersa che fa riflettere.

Eccola: dalle risposte dei 5mila i professionisti intervistati finora (soprattutto donne) è emerso che nell’ultimo anno il 50% degli operatori sanitari ha subito aggressioni verbali, mentre il 4% è stato vittima di violenza fisica.

Non solo. Oltre il 56% delle vittime di violenze ha spiegato che l’aggressione poteva essere prevista. Il problema è che non sanno (78% degli intervistati) se esistano oppure no delle procedure aziendali per prevenire o gestire queste violenze.

Certo è che il 48% degli operatori sanitari è molto preoccupato: teme di subire aggressioni. E il 38% degli intervistati si sente tutt’altro che al sicuro.

Anelli preoccupato: colleghi rassegnati alla violenza

Significative le parole del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, riportate da quotidianosanità.it:

“Uno dei dati a nostro avviso più allarmanti – ha detto Anelli – è la rassegnazione che emerge dalle risposte dei nostri colleghi: il 48% di chi ha subito un’aggressione verbale ritiene l’evento ‘abituale’, il 12% ‘inevitabile’, quasi come se facesse parte della routine o fosse da annoverare tra i normali rischi professionali.

Le percentuali cambiano di poco in coloro che hanno subito violenza fisica: quasi il 16% ritiene l’evento ‘inevitabile’, il 42% lo considera ‘abituale’”.

Dati, questi, che rafforzano una richiesta che la Fnomceo ha avanzato già da tempo: concepire una legge che evidenzi la gravità delle aggressioni ai danni dei medici e degli altri operatori sanitari.

Che consenta di investire di più in sicurezza nelle postazioni di guardia e nei pronto soccorso, prevedendo la presenza delle forze dell’ordine. O, almeno, un collegamento diretto con le stesse.

Necessario l’intervento del legislatore

Per gli addetti ai lavori una legge è quanto mai necessaria. E qualcosa si sta muovendo.

Al momento sono cinque le bozze sotto esame, ricorda DoctorNews33.

La prima, come noto, è quella del ministro della Salute, Giulia Grillo (tra l’altro presente all’incontro di Bari): prevede l'aggravante al codice penale per chi aggredisce un sanitario nell'esercizio delle sue funzioni. E istituisce un Osservatorio nazionale sulla sicurezza.

Poi c’è quella della Lega, presentata alla Camera dei deputati: rispetto all'articolo 61 del Codice di procedura penale prevede, si legge su DoctorNews33, “una sanzione aggiuntiva per chi aggredisca medici, infermieri o personale ausiliario – tutti equiparati a pubblici ufficiali nell'esercizio delle proprie funzioni - e istituisce un presidio di polizia fisso in ospedali di I e II livello, composto da un ufficiale e due agenti.

Per realtà più piccole, come le strutture di base riferite a bacini di 80-150 mila abitanti, si rimedia all'eventuale assenza di agenti con piani di controllo dei territori disposti dai prefetti”.

La terza proposta porta la firma del Movimento 5 stelle (Michela Rostan, Paolo Siani e altri). Prevede – attraverso la modifica dell'articolo 357 del codice penale – l’attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale ai sanitari nell’esercizio delle proprie funzioni.

Gli altri due disegni di legge sono ad opera di Forza Italia (Roberto Novelli alla Camera e Maria Rizzotti al Senato).

Nel primo caso si pensa, oltre alla modifica all'articolo 61 del codice penale  (aggravante a carico di chi aggredisce gli operatori sanitari), a interventi per dotare le strutture di sistemi di videosorveglianza.

Nella seconda proposta l'aggressione viene equiparata alla minaccia a pubblico ufficiale. Si prevede, inoltre, la reintroduzione dei posti di polizia nei Pronto soccorso.

La Fnomceo: salto di qualità con le nuove proposte di legge

Il presidente Anelli si è soffermato proprio sulle proposte di legge: “Come medici – si legge sul portale Fnomceo - abbiamo chiesto che il reato delle aggressioni contro gli operatori sanitari fosse perseguibile d’ufficio.

Questo perché il più delle volte il medico aggredito non denuncia, per vergogna, per rassegnazione, ma anche per paura, se minacciato dagli aggressori che gli intimano il silenzio”.

In ogni caso le bozze di legge concepite in ambito parlamentare, per il presidente della Fnomceo rappresentano un indubbio salto di qualità: “Per la prima volta, infatti, non si interviene solo modificando il Codice penale, inasprendo le pene e introducendo, per il reato, la procedibilità d’ufficio – ha chiosato – ma si pongono in atto soluzioni di tipo strutturale.

 Uno degli ultimi progetti di legge presentati si chiude infatti proponendo che tutte le guardie mediche siano ricollocate in ambiente protetto”.

Subito il via libera dal Parlamento per far fronte all'emergenza

L’auspicio, a questo punto, è che si giunga in tempi rapidi all’approvazione di una legge efficace che permetta di arginare – ha concluso Anelli - quella che sta diventando una vera emergenza di sanità pubblica”.

Per approfondimenti leggi i seguenti articoli su:

-          Doctor33.it

-          QuotidianoSanità.it

-          Portale Fnomceo