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Decreto semplificazioni, i medici senza PEC rischiano la sospensione dall’Ordine

Ci sono delle novità importanti nel “Decreto semplificazioni” del 7 luglio scorso: i medici che non comunicano il loro indirizzo di posta elettronica certificata – la PEC – rischiano la sospensione dall’Ordine.

É dunque consigliabile non prendere sottogamba questo provvedimento.

Un passaggio del decreto legge spiega chiaramente cosa accade nel caso in cui non si provveda ad attivare o comunque a non comunicare la propria PEC: “Il professionista che non comunica il proprio domicilio digitale all’albo o elenco di cui al comma 7 – si legge nel dl semplificazioni - è obbligatoriamente soggetto a diffida ad adempiere, entro trenta giorni, da parte del Collegio o Ordine di appartenenza. In caso di mancata ottemperanza alla diffida, il Collegio o Ordine di appartenenza commina la sanzione della sospensione dal relativo albo o elenco fino alla comunicazione dello stesso domicilio".

In caso di omessa pubblicazione dell’apposito elenco rischiano anche gli Ordini professionali. É infatti previsto lo scioglimento e il commissariamento degli stessi:

L’omessa pubblicazione dell’elenco riservato previsto dal comma 7, il rifiuto reiterato di comunicare alle pubbliche amministrazioni i dati previsti dal medesimo comma, ovvero la reiterata inadempienza dell’obbligo di comunicare all’indice di cui all’articolo 6-bis del decreto-legislativo 7 marzo 2005, n. 82 l’elenco dei domicili digitali ed il loro aggiornamento a norma dell’articolo 6 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 19 marzo 2013, costituiscono motivo di scioglimento e di commissariamento del collegio o dell’ordine inadempiente ad opera del Ministero vigilante sui medesimi”.

L’obiettivo del decreto semplificazioni è chiaro: si intendono sviluppare al massimo i contatti via web con la pubblica amministrazione.

E per farlo occorre favorire “la diffusione di servizi in rete, agevolando l'accesso agli stessi da parte di cittadini e imprese, assicurando ai cittadini l'effettivo esercizio del diritto all'uso delle tecnologie digitali, nonché rafforzando l'utilizzo dei dati e di strumenti digitali, quali ulteriori misure urgenti ed essenziali di contrasto agli effetti dell'imprevedibile emergenza epidemiologica da Covid-19”.