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Firmato il nuovo contratto dei medici. La Fnomceo: buona notizia, ma occorrono più risorse per il servizio sanitario

Dopo dieci anni di attesa è stato rinnovato il contratto dei medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale.

L'intesa siglata all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, riguarda circa 130mila professionisti del comparto sanitario.

Il nuovo contratto prevede un aumento medio pro capite di circa 200 euro al mese.

L'ipotesi di rinnovo è stata firmata dai seguenti sindacati medici: Anaao Assomed, Aaroi Emac, Fassid, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fvm, Uil Fpl e Cisl Medici. L’intesa non è stata invece siglata dalla federazione Cimo, Anpo, e Fesmed.

“La chiusura di un contratto – ha commentato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - è sempre una buona notizia.

In questo caso, le differenze di vedute tra i sindacati sono il sintomo di un problema di fondo che investe il nostro Servizio Sanitario Nazionale: le risorse messe in campo sono poche, insufficienti per coprire tutte le istanze”.

Per Anelli i colleghi hanno mostrato senso di responsabilità, firmando quello che ritengono “il miglior contratto possibile”.

Ma al tempo stesso il presidente della Fnomceo si schiera dalla parte degli altri sindacati. E lo fa mandando un messaggio chiaro al Governo e alle Regioni, affinché pongano “la sanità tra le priorità dell’agenda politica.

Le risorse investite per compensare i medici sono risorse ben spese: servono infatti a trattenere i nostri professionisti, che tutti ricercano per le loro competenze e professionalità, nel sistema pubblico, rendendolo attrattivo al pari del privato o dei paesi esteri.

L’invito che rivolgiamo alle Regioni è quindi quello di fare un ulteriore sforzo in termini economici, in modo da rispondere alle giuste istanze di tutti i sindacati e recuperare così anche coloro che non hanno firmato.

Tenere unita la categoria dei medici – conclude Anelli – è presupposto essenziale per la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale: non si può fare la sanità senza i medici”.